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Liberamenteunico nasce nel 1998 come gruppo “visionario” da un’idea di Barbara Altissimo. Centro di formazione e ricerca, rimane una struttura in continua evoluzione e mutamento. L’attivita si struttura su diversi fronti: produzione, formazione e ricerca intesa come contenitore di idee e progetti creativi che ne diversificano l’attivita. Un’associazione culturale che propone un modo di essere e di formare rispettoso dell’individuo e della sua unicita, per sviluppare l’autenticita e la diversita di ogni singolo essere umano. L’esigenza e di indagare il pianeta umano, per un teatro che muove dagli impulsi che maggiormente hanno bisogno di raccontarsi utilizzando e affrontando linguaggi espressivi diversi ma in cui il corpo e il movimento per la qualita di verita, diventano i veri protagonisti. Il tema del sociale viene affrontato dal punto di vista del singolo; osservare ed indagare il microcosmo, il movimento interiore, il piccolo e semplice quotidiano che racchiude una drammaticita e una poesia in cui non possiamo non riconoscerci. Quel mondo privato e intimo che accade spesso semplicemente a nostra insaputa e che determina la nostra realta. Liberamenteunico ha dato vita alle seguenti creazioni: Io e Blue (agosto 2000, con il sostegno del Festival di Portovenere); Rosetta Fu (giugno 2003, con il sostegno del Festival Il mulino di Amleto, del Comune di Montalto Dora e della Provincia di Torino e nuovo allestimento febbraio 2008 con il sostegno della Citta di Torino, Sistema Teatro Torino e Regione Piemonte) Glamour Express (dicembre 2005, con il sostegno del Comune di Torino e del Sistema Teatro Torino), Per Sempre (marzo 2007, con il sostegno del Sistema Teatro Torino e Torino Capitale Mondiale del Libro con Roma, spettacolo ospite del programma della Fondazione Teatro Stabile Torino 2006/2007), L’Azzurro Rosa (novembre 2009, con il sostegno del Sistema TeatroTorino, del Teatro Stabile Torino e del Festival Contemporanea 2009) , Eroina mia Eroina (maggio 2010, con il sostegno della Regione Piemonte e dell’ETI, Ente Teatrale Italiano), Ellaverita (dicembre 2011 al Festival Insoliti, presso Galleria de Chirico). Per i 150 dell’Unita d’Italia, Liberamenteunico ha proposto Il monologo della regina (agosto 2011) e Polvere d’Italia (giugno 2011) primo spettacolo del progetto e trilogia POLVERE, realizzato con dieci ospiti della Casa della Divina Provvidenza del Cottolengo di Torino . Nel novembre 2012 lo spettacolo Polvere, la vita che vorrei ha debuttato al Teatro Astra di Torino all’Interno della Stagione della Fondazione Teatro Piemonte Europa. Nell’aprile 2015 Polvere Mundi_Il Viaggio viene presentato al Teatro Carignano di Torino, ospite della stagione del Teatro Stabile di Torino. Gli spettacoli del progetto POLVERE replicano anche a Milano e ad Aosta. Nel marzo del 2017 debutta lo spettacolo Neverending di e con Barbara Altissimo, replicato nel 2018 a Milano e nel 2019 a Roma. Nel 2016 parte il progetto IN VERDIS che proseguirà fino al 2019, con presentazione degli spettacoli Cercando il Giardino-Polvere di Cechov (debutto nel maggio 2017 al Teatro Astra di Torino per la Stagione della Fondazione Teatro Piemonte Europa) e Blume, prima presentazione nel marzo 2019 alla Casa del Teatro Ragazzi e Giovani per la stagione della Fondazione Casa Teatro Ragazzi. Produzione 2021 è LUCE26692 che ha debuttato – dopo diversi rinvii causa covid – nel giugno 2021 presso la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani di Torino e qui ha replicato anche nel gennaio 2022. Produzione sui generis è stato il cortometraggio 3 km di freddo presentato in prima assoluta nel novembre 2021 al Polo del ‘900 di Torino, parte del più ampio progetto VERSUS per il contrasto alla violenza sulle donne. Infine nel maggio 2022 debutta al Teatro Astra di Torino in collaborazione con la Fondazione TPE lo spettacolo Varietà a Casa Lù che celebra i vent’anni dalla costituzione dell’associazione.

barbara foto

Barbara Altissimo è artista e formatrice.

Inizia molto presto lo studio della danza classica e contemporanea perfezionandosi poi alla Martha Graham school di New York e all’American Musical and Dramatic Academy dove si diploma in musical theatre. E’ diplomata naturopata con un master in Bioenergetica presso l’Istituto Riza Psicosomatica di Milano.
Tappa fondamentale che ha segnato la sua formazione e la sua direzione artistica è stato l’incontro con il teatro danza di Pina Bausch avvenuto attraverso la danzatrice Julie Anne Stanzak.
Lavora in America e in Italia come performer, coreografa, regista e docente. Tanti gli enti e gli artisti con cui negli anni ha collaborato.
Incontro importante è stato quello con Valter Malosti, con il quale ha lavorato per lungo tempo.
Nel 2002 fonda Liberamenteunico, centro di ricerca, produzione e formazione teatrale che segue un percorso progettuale variegato e complesso. Al centro della ricerca c’è l’essere umano, per un teatro che muove dagli impulsi che maggiormente hanno bisogno di raccontarsi utilizzando e affrontando linguaggi espressivi diversi e in cui danza, teatro e canto si integrano nella scena.
La proposta formativa è assolutamente rispettosa dell’individuo e della sua unicità.
Da queste fondamenta nascono tutti gli spettacoli e i progetti svolti in questi anni.
Nel 2022 Liberamenteunico ha compiuto 20 anni e li ha festeggiati con VARIETÀ a Casa Lù, un grande show che ha riunito in scena la sua grande famiglia artistica e umana.
 
 
 

eroina mia eroina

 

Intervista di Maura Sesia a Barbara Altissimo per Rete Culturale Virginia

Barbara Altissimo è coreografa, performer e regista, protagonista del teatro-danza contemporaneo in Italia, si esprime sul crinale che unisce e separa movimento e parola. Ha studiato a New York ed in Europa, ha lavorato con la Compagnia Valeria Moriconi, con il Teatro Stabile di Torino, con l’Archivolto di Genova, con il Teatro di Dioniso, da tempo alterna la creazione all’attività didattica che conduce nel corso di perfezionamento per attori del Teatro di Roma diretto da Luca Ronconi o al Centro Ricerca Teatrale Universitario di Torino. La sua compagnia LiberamenteUnico è nata nel 1998 ed ha realizzato nove spettacoli, tra cui Rosetta Fu e l’ultimo, intenso, Polvere. Il suo percorso di donna e artista. Quali elementi differenziano l’opera di una donna da quella di un uomo?

Ci ho pensato tante volte, penso nessuno; le differenze dipendono dalle sensibilità personali, non dal genere.

Tra la vocazione artistica e la raggiunta autonomia c’è stato un divario? Ha fruito del sostegno della famiglia?

La famiglia mi ha dato un grande supporto, ha avuto fiducia in me anche se forse avrebbe preferito un destino artistico diverso, magari nella danza classica o nel contesto più commerciale del musical. Credo che ognuno venga al mondo sapendo fare qualcosa e se veramente ciascuno coltivasse il suo talento darebbe il proprio contributo alla collettività; penso che la mia vocazione sia saper leggere le cose umane e raccontarle, innervando i racconti almeno di un minimo senso sociale. Il mio spettacolo più recente, “Polvere, la vita che vorrei”, è nato da una collaborazione tra la mia compagnia e l’Associazione Outsider Onlus coinvolgendo alcuni ospiti del Cottolengo di Torino, con cui continuo ogni settimana il laboratorio: è stata ed è un’esperienza splendida, io vedo nella sbagliatezza umana la bellezza massima e mi circondo di una materia viva che dà significato al mio lavoro.

Racconti, se si è verificato, un episodio determinante per la sua scelta professionale.

Niente in particolare e tanti piccoli accadimenti: mi dicono che a tre anni dimostrassi già un’attitudine esibitoria; è stato il tunnel della danza classica, intrapreso in tenera età, ad indirizzarmi per contrasto verso quello che sono ora. Mia madre adorava l’arte di Tersicore, la faceva studiare a me e alle mie due sorelle e ci portava a vedere i balletti alla Scala.

Investimenti privati e finanziamenti pubblici: cosa pensa della relazione tra denaro e cultura?

Non credo all’assistenzialismo statale, anche se il pubblico dovrebbe farsi carico della cultura preservando alcune peculiarità, al contempo bisognerebbe tornare ai finanziamenti privati, magari gestiti con criteri più commerciali; insomma, il sistema andrebbe completamente ristrutturato.

L’essere donna è stato un vantaggio, un ostacolo o un aspetto ininfluente?

Ininfluente, o meglio l’ostacolo a volte è l’essere come si è, non uomo o donna.

Quali tematiche privilegia e a cosa sta lavorando?

Lavoro sul microcosmo interiore, è la mia urgenza, quella città sotterranea di pensieri e momenti in cui ognuno manifesta i piccoli traumi che ne stanno determinando il futuro; tra i progetti, mi piacerebbe fare un secondo step con i ragazzi del Cottolengo su Shakespeare, il Sogno di una notte di mezza estate o altro: nelle loro bocche certe battute sulla fragilità dell’uomo evocano sensazioni inimmaginabili.

Ha qualche consiglio da dare ad artiste emergenti?

Restate fedeli alla vostra arte, alla vostra necessità, il bisogno di riconoscimento non deve essere più forte della tua natura. Io non ho bambini ma gli spettacoli che ho fatto sono come figli, ho avuto ed ho, per loro, la stessa cura di una madre con la prole.