Neverending
Partitura per un corpo che racconta e un corpo che accompagna.
Una figlia e un padre.
Un legame.
Un distacco.
Un prima e un dopo.
Una morte.
Una vita che continua.
“La morte di un genitore , uno dei grandi appuntamenti della vita, qualcosa che incombe, sospeso sopra di noi, con una temporalità che non conosciamo, che non è possibile prevedere.
Poi improvvisamente accade, tutto insieme e tutto diverso da come lo aspettavamo. In un istante si è travolti e trasportati in un altro mondo, un mondo al contrario, non più figli accuditi ma figli curanti dei propri genitori. L’ultimo pezzo di strada insieme, l’ultimo sguardo, le ultime parole, l’ultimo respiro da raccogliere e conservare, per sempre. Neverending.”
Il nuovo lavoro di Barbara Altissimo, un solo animato da musica dal vivo, racconta il distacco fisico ed emotivo da un genitore, fa riflessione sul dolore che ne scaturisce e sul bisogno di lasciare andare ciò che non è più, per ricominciare.
La partitura scenica raccoglie pensieri, riflessioni e ricordi in un’atmosfera ovattata, sospesa ed onirica. Una storia universale che appartiene a tutti ma che in questo caso si colora di particolari sfumature: come si vive all’ombra di un padre importante? cosa significa essere stata e continuare ad essere la figlia di Renato Altissimo? Fin dall’infanzia un faro addosso, la politica in casa, i gossip, tangentopoli, i processi…
Neverending: il lungo cammino di una figlia, partendo da lontano, per arrivare proprio li, in quell’attimo di dolore assoluto… e trovare un senso, un dopo.
Perchè “com’è la vita Papà? La Vita è bella Barbara!”
Progetto Barbara Altissimo
Drammaturgia Emanuela Currao
Progetto musicale Barbara Altissimo e Ivana Messina
Messa in scena Barbara Altissimo, Emanuela Currao, Ivana Messina
In scena Barbara Altissimo e Ivana Messina
Link al video promo dello spettacolo
https://vimeo.com/198474563
Link alla recensione di Matteo Tamborrino per Krapp’s last post
http://www.klpteatro.it/nevere
Link alla recensione di Laura Bevione per Amandaviewontheatre
https://amandaviewontheatre.wo
Contributo di Maura Sesia (giornalista de La Repubblica Torino)
“A chi interessa uno spettacolo su un padre che non c’è più?
A chi è sensibile alle belle storie raccontate con passione. A chi è curioso di vicende afferenti la nazione. A chi, attraverso l’espressione artistica, cerca di superare un momento buio.
Neverending, infinito, un titolo grande per un progetto semplice e minuto, per uno spettacolo che è un monologo con incursioni di interlocutrice-cantante (Ivana Messina), un po’ regista, familiare e accattivante. E’ un sintetico soliloquio, sapientemente illuminato dal disegno luci di Massimo Vesco, con pochissimi ma significativi oggetti, con uno spazio vuoto riempito di azioni e voce e corpo di Barbara Altissimo che dopo anni dedicati a concepire e dirigere spettacoli di prosa e teatro danza, torna a misurarsi come interprete e non soltanto con il corpo che balla, ma anche con la parola. Decide di usare il teatro per elaborare un lutto importante e poi, grazie al contributo alla drammaturgia di Emanuela Currao, un’esperienza, un esperimento, si trasforma in pièce godibile. Perché c’è la trama, c’è la sorpresa, l’incantamento, il dolore, la tenerezza, la speranza, il sentimento che matura in distacco nel ciclo naturale della vita. Una vita non si può raccontare in meno di un’ora. E allora il cammino si intarsia di momenti alti, circoscritti tra nascita e morte.
Barbara Altissimo è figlia di Renato Altissimo. Non un uomo qualunque. Una famiglia importante, da generazioni. Un avo medico che valica le montagne, un nonno intraprendente capitano di industria e il papà, rappresentante del Partito Liberale Italiano di cui fu a lungo segretario, poi al Governo, tre volte ministro, due alla sanità e una all’industria e le sue cariche avvennero in concomitanza con la nascita del Sistema Sanitario Nazionale; far parte del Governo significa pensare ai cittadini, ratificare le leggi, prendersi responsabilità collettive, provvedere alla nazione. Talvolta sbagliando, come durante tangentopoli, preso nel vortice di una macchia che è dilagata sulla politica italiana. Renato Altissimo è stato anche il papà di Barbara e delle sue due sorelle ed è morto ad aprile del 2015, a neppure settantacinque anni. E Barbara, attrice e danzatrice, gli ha dedicato questo omaggio, che è la storia di una separazione ma anche della vita di un padre presente e attento, di un padre importante e mai debordante, di un padre e di una figlia come ce ne sono tanti, di una famiglia allargata ma in un clima accettabile, di una relazione tatuata sul corso di una vita che adesso va avanti, impoverita e al contempo arricchita. Neverending è un allontanamento in punta di piedi dal dolore, inondando, questa storia personale, di universalità.
Neverending è un quadro intenso e pieno, che parla a tutti.”
Barbara Altissimo in una foto di Valentina De Gaspari